Sono stato onorato oggi di presenziare a questo importante evento, qui ad Ariccia, organizzato per celebrare ed onorare il Giorno del Ricordo, permettendoci di conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe.
Il Giorno del Ricordo,  quest’anno, assume un’importanza particolare. Infatti, ricorre l’80° anniversario dell’inizio delle persecuzioni ai danni dei nostri connazionali, che furono massacrati nelle foibe dai partigiani comunisti slavi e dai loro complici.

Inoltre, sono trascorsi ottanta anni dal sacrificio di Norma Cossetto, Medaglia d’Oro al Valor Civile, la quale nell’ottobre del 1943 pagò con la vita la sua fede nell’Italia.
Una tragedia.
Come è noto, le vicende legate a questo periodo storico sono state vergognosamente messe a tacere per troppi anni, addirittura a volte negate o ridimensionate, in nome di un negazionismo storico e di un giustificazionismo volti a falsare la realtà dei fatti; fatti, su cui si è cominciato a far luce soltanto negli anni Novanta, perché rappresentavano e rappresentano una verità troppo scomoda, una parentesi che una certa classe politica ha ritenuto più comodo occultare.
È solo infatti in questi ultimi anni, come ricordato dal Presidente Mattarella nel suo intervento in occasione delle celebrazioni per la
Giornata del Ricordo lo scorso 10 febbraio, che questa “cortina di indifferenza” è stata finalmente abbattuta, permettendo così alla verità di emergere in tutta la sua crudezza.

L’istituzione della Giornata del Ricordo, quindi, con l’invito a istituzioni, scuole, enti a promuovere iniziative volte a perpetuare appunto il ricordo di quei fatti storici, ci richiama al valore fondamentale delle istituzioni nel loro ruolo di garanti anche della memoria, in un ambito di grande onestà intellettuale che deve necessariamente andare oltre le ideologie politiche, e che ci deve vedere tutti schierati contro la barbarie e la violenza, nella consapevolezza che eccidi, stragi ed epurazioni continuano purtroppo ancora oggi, in ogni parte del mondo.
Ma purtroppo c’è, in Italia, chi ancora non si arrende all’evidenza dei fatti storici.
Infatti, da determinati ambienti politici estremisti fuoriescono posizioni riduzioniste o giustificazioniste del dramma delle foibe.
Pseudo intellettuali si autoassegnano il ruolo di storici e pubblicano, con la complicità di case editrici un tempo ben più autorevoli, dei
libercoli dove si sminuisce la triste vicenda di chi fu ucciso e di chi venne costretto con la violenza a lasciare la propria terra. Questi signori arrivano a definire il Giorno del Ricordo una “falsificazione storica”.
Ecco quindi perché è necessario mantenere la memoria di questi così come di altri eventi tragici, perché ricordare ci aiuta a comprendere e a porre un’attenzione costante e vigile a ciò che succede intorno a noi, alle vicende storiche di cui siamo testimoni nella nostra epoca, mantenendo in noi la consapevolezza che il rischio più grande in cui possiamo incorrere è l’assuefazione, l’abitudine a  considerare quasi normali degli eventi che dovrebbero invece indignarci e spingerci alla riflessione.
In conclusione era doveroso e rispettoso onorare di un tributo anche i protagonisti sopravvissuti perché riportano alla memoria le vicende da loro vissute, offrendo un’imprescindibile testimonianza per ricostruire la realtà storica dei fatti accaduti.

 

Di marcosilvestroni

Senatore della Repubblica - Segretario di Presidenza

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